Ciclabili leggere vs ciclabili pesanti

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  1. kiercardo
     
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    Copenaghen è indubbiamente la capitale mondiale della bicicletta, quindi è il modello da prendere se si vuole migliorare la ciclabilità. Dopo questa premessa, vi invito a guardare i documentari girati da Copenhagenize Design, che analizzano i vari fattori del successo ciclistico della capitale nordeuropea. In particolare mi ha stupito la volontà di creare percorsi separati, in sede propria, per diminuire i tempi di percorrenza (fattore, a mio avviso, di primaria importanza se si vuole diffondere la bicicletta come mezzo di trasporto). Si parla del 90% entro il 2025. Quindi si vogliono spendere indubbiamente soldi (in questo video cita 15 mln di dollari, considerate che lo spostamento di capolinea dell'8 è costato 1 mln ogni 100 metri....), ma si tratta comunque di cifre banali in confronto al bilancio di un comune. La mia riflessione quindi è: perchè continuare col mantra del "non ci sono soldi, facciamo questo a costo 0", quando i nordici ci dimostrano il contrario? Non sarebbe meglio spendere "tanto" ma bene che poco ma male?
    Concludo dicendo che una ciclabile non ha praticamente costi manutentivi comparata a qualsiasi altra forma di trasporto/intervento per la mobilità

    http://bicycletv.it/videos/political-will-...friendly-ep-10/
     
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    E' incredibile che nel filmato non si veda neanche un'auto parcheggiata lungo le strade. Da noi si potrebbe almeno cominciare dal toglierle dalla doppia e tripla fila e da tutte le strisce pedonali, financo da sopra i marciapiedi. Ce la farà la nuova giunta comunale? :cry: :cry: :cry:
     
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  3. Flavio178
     
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    Quanto li invidio....

    Da noi siamo lontani anni luce dalla loro mentalità.

    A fronte di uno 0,1% di popolazione che usa la bici c'è un buon 99,9 per cento che usa la macchina, che considera la macchina ancora uno status symbol e la bici un'oggetto da sfigati...

    La macchina è sacra per cui viene tollerata se parcheggiata in seconda fila, se stà sopra marciapiedi e strisce pedonali e posti per disabili, se ingolfa il traffico rallentando i mezzi pubblici, se inquina l'aria e rovina l'udito.

    Il risultato è un degrado assoluto con strade e piazze ridotte a sfasciacarrozze....

    Perdonatemi se sono un pò disfattista....ma è difficile trovare una città più schifosa di Roma...

    Un saluto a tutti da un ciclomobilista ma anche ciclista e cicloturista......
     
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  4. tenghetenghe
     
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    Non credo si possa pensare ora a Cophenagen ma dobbiamo rapportarci a Parigi o a Londra o a Madrid
    Considerando che il trasporto pubblico di tali capitale è anni-luce dal nostro

    Primi interventi da fare sono:
    a) Attuazione del Piano Quadro, dove se uno lo legge, ci sono
    i. cabina di regia - ovvero luogo dove tutti i dipartimenti e assessorati e vigili parlano di ciclabilità - sembra ovvio ma quando per 1 intervento devono poi sentirsi 14 enti del comune è un problema
    ii. sperimentazioni intermodali
    iii. stalli
    iv. il perchè del Bike Sharing
    v. ciclabili (tipologie - responsabilità - manutenzione - pianificazione)
    vi. interventi di manutenzione stradale (con ciclabili e/o dissuasori e rallentatoir) e per nuove strade
    b) interventi sul traffico
    nel piano quadro con zone 30 locali nei municipi e con attuazione del CdS sulla sosta e sulla velocità come priorità ma poi anche il resto dove in questo anche per far rispettare ai ciclisti lo stesso (vedi luci la sera e i marciapiedi)
    c) azioni su INAIL per assicurazione in itinere estesa alla bici mobilitando anche Comune e Regione e Mobility Manager
    d) azioni a medio - lungo termine (ridisegno della città)

    Comunque se eravamo lo scorso anno allo 0,6 % del traffico (fonte comune di Roma tramite telefonate a campione) ora saremo almeno lo 0,8% del traffico visto l'aumento di ciclisti in giro con ogni tempo. Ma sempre sotto quella soglia psicologica del 1%

    ML
     
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  5. Rument@
     
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    CITAZIONE (kiercardo @ 9/10/2013, 20:59) 
    Copenaghen è indubbiamente la capitale mondiale della bicicletta, quindi è il modello da prendere se si vuole migliorare la ciclabilità. Dopo questa premessa, vi invito a guardare i documentari girati da Copenhagenize Design, che analizzano i vari fattori del successo ciclistico della capitale nordeuropea. In particolare mi ha stupito la volontà di creare percorsi separati, in sede propria, per diminuire i tempi di percorrenza (fattore, a mio avviso, di primaria importanza se si vuole diffondere la bicicletta come mezzo di trasporto). Si parla del 90% entro il 2025. Quindi si vogliono spendere indubbiamente soldi (in questo video cita 15 mln di dollari, considerate che lo spostamento di capolinea dell'8 è costato 1 mln ogni 100 metri....), ma si tratta comunque di cifre banali in confronto al bilancio di un comune. La mia riflessione quindi è: perchè continuare col mantra del "non ci sono soldi, facciamo questo a costo 0", quando i nordici ci dimostrano il contrario? Non sarebbe meglio spendere "tanto" ma bene che poco ma male?
    Concludo dicendo che una ciclabile non ha praticamente costi manutentivi comparata a qualsiasi altra forma di trasporto/intervento per la mobilità

    Beh, il sindaco ha dichirato che che il comune di roma ha un buco di 860 milioni di euro, mi pare. :D

    Sostengo da tempo che cercare un parallelo fra un qualsiasi paese mediterraneo (che sia Italia, spagna, grecia, albania, nord africa, turchia, ...) e il nord europa sia quantomeno azzardato e fuorviante. Ovvero, la domanda "se ce la fanno a Parigi/Londra/Oslo/Copenaghen/Berlino perché noi no?", a mio parere, lascia il tempo che trova.

    Come sostengono altri qui dentro, il primo "intervento" da fare e far rispettare il codice della strada, altro che ciclabili. Se le auto si muovessero massimo a 50, se non invadessero marciapiedi e se non si fermassero in doppia fila, la vita dei ciclisti migliorerebbe di qualche ordine di grandezza e i pericoli insiti nel muoversi nel traffico si ridurrebbero.

    A questo si deve aggiungere l'educazione civile (che ha effetto quindi anche sul pedone e, perché no, pure sul ciclista), per dire, proprio oggi sono caduto con tutta la bambina nel seggiolino, perché una branco di subumani (padre, madre e 4 figli) ha ben pensato di attraversare la strada all'improvviso, lontana dalle strisce nei pressi di un incrocio, facendo inchiodare la macchina davanti a me...

    nella mia esperienza sono questi i veri problemi che affliggono la città, non l'assenza di ciclabili che diventano però importanti con l'aumentare poi delle bici. A Copenaghen hanno il problema di avere TROPPE bici circolanti, di conseguenza giù a ciclabili.
     
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  6. kiercardo
     
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    CITAZIONE (Rument@ @ 10/10/2013, 17:22) 
    Come sostengono altri qui dentro, il primo "intervento" da fare e far rispettare il codice della strada, altro che ciclabili. Se le auto si muovessero massimo a 50, se non invadessero marciapiedi e se non si fermassero in doppia fila, la vita dei ciclisti migliorerebbe di qualche ordine di grandezza e i pericoli insiti nel muoversi nel traffico si ridurrebbero.

    A questo si deve aggiungere l'educazione civile (che ha effetto quindi anche sul pedone e, perché no, pure sul ciclista), per dire, proprio oggi sono caduto con tutta la bambina nel seggiolino, perché una branco di subumani (padre, madre e 4 figli) ha ben pensato di attraversare la strada all'improvviso, lontana dalle strisce nei pressi di un incrocio, facendo inchiodare la macchina davanti a me...

    nella mia esperienza sono questi i veri problemi che affliggono la città, non l'assenza di ciclabili che diventano però importanti con l'aumentare poi delle bici. A Copenaghen hanno il problema di avere TROPPE bici circolanti, di conseguenza giù a ciclabili.

    Ma questi 2 punti come li mettiamo in atto? Cioè o rieduchiamo in massa gli italiani (e mi troverei d'accordo), in stile 1984, oppure investiamo in arredo urbano di qualità; e torniamo al punto di partenza, ovvero che servono gli sghei. Per esempio, per la doppia fila, bisogna ridurre la carreggiata, allargando i marciapiedi, creando una preferenziale o una ciclabile, elementi che hanno un costo basso, ma lo hanno. Insomma io non credo che le soluzioni si debbano rifiutare perchè "non ci sono i soldi". Il debito del comune è dovuto a migliaia di scelte sbagliate compiute nel corso degli anni passati: ad esempio abbiamo la maggior parte del tpl su gomma, che ci costa miliardi, sia in spese dirette (manutenzione, carburante), che indirette (tempi di percorrenza biblici qualunque sia il tuo mezzo, salute etc..). Bisogna, sempre IMHO, uscire dall'ottica attuale, il TPL e la mobilità in genere non può essere gestita solo considerando i costi immediati. Sono investimenti a lungo termine. Abbiamo investito male in passato e adesso ne cogliamo i frutti. Bisogna cambiare paradigma e in fretta. Scegliere di riparare solo le strade, ad esempio, abbandonando i marciapiedi a se stessi, porta ad un maggior uso della macchina e un minor uso delle gambe (alcuni marciapiedi sono impercorribili, ad esempio). Nel medio-lungo periodo quindi quello che si sarà risparmiato dai marciapiedi si sarà perso in salute, ritardi ed incidenti.
    Il piano quadro, a mio avviso, dovrebbe essere attuato il prima possibile, assieme ad una serie di interventi di minor intensità in tutta la città, in modo da cambiarle aspetto. I soldi si trovano sempre, si sono trovati in tempo di guerra, figuriamoci in tempi di relativo benessere
     
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  7. Rument@
     
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    io sono d'accordo con te, eh! Sia chiaro, ma anche per attuare le modifiche di cui parli serve "rieducare in massa" la gente. E servirebbe una rieducazione più pesante, secondo me.

    Per qualsiasi cosa si deve, collettivamente, uscire dall'ottica attuale. Farlo non è facile, non è veloce, non è gratis. Ripartire dall'educazione penso sia il primo mattone, senza quello tutte le infrastrutture del mondo non serviranno :cry:
     
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  8. Spak64
     
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    CITAZIONE (kiercardo @ 10/10/2013, 20:13) 
    CITAZIONE (Rument@ @ 10/10/2013, 17:22) 
    Come sostengono altri qui dentro, il primo "intervento" da fare e far rispettare il codice della strada, altro che ciclabili. Se le auto si muovessero massimo a 50, se non invadessero marciapiedi e se non si fermassero in doppia fila, la vita dei ciclisti migliorerebbe di qualche ordine di grandezza e i pericoli insiti nel muoversi nel traffico si ridurrebbero.

    A questo si deve aggiungere l'educazione civile (che ha effetto quindi anche sul pedone e, perché no, pure sul ciclista), per dire, proprio oggi sono caduto con tutta la bambina nel seggiolino, perché una branco di subumani (padre, madre e 4 figli) ha ben pensato di attraversare la strada all'improvviso, lontana dalle strisce nei pressi di un incrocio, facendo inchiodare la macchina davanti a me...

    nella mia esperienza sono questi i veri problemi che affliggono la città, non l'assenza di ciclabili che diventano però importanti con l'aumentare poi delle bici. A Copenaghen hanno il problema di avere TROPPE bici circolanti, di conseguenza giù a ciclabili.

    Ma questi 2 punti come li mettiamo in atto? Cioè o rieduchiamo in massa gli italiani (e mi troverei d'accordo), in stile 1984, oppure investiamo in arredo urbano di qualità; e torniamo al punto di partenza, ovvero che servono gli sghei. Per esempio, per la doppia fila, bisogna ridurre la carreggiata, allargando i marciapiedi, creando una preferenziale o una ciclabile, elementi che hanno un costo basso, ma lo hanno. Insomma io non credo che le soluzioni si debbano rifiutare perchè "non ci sono i soldi". Il debito del comune è dovuto a migliaia di scelte sbagliate compiute nel corso degli anni passati: ad esempio abbiamo la maggior parte del tpl su gomma, che ci costa miliardi, sia in spese dirette (manutenzione, carburante), che indirette (tempi di percorrenza biblici qualunque sia il tuo mezzo, salute etc..). Bisogna, sempre IMHO, uscire dall'ottica attuale, il TPL e la mobilità in genere non può essere gestita solo considerando i costi immediati. Sono investimenti a lungo termine. Abbiamo investito male in passato e adesso ne cogliamo i frutti. Bisogna cambiare paradigma e in fretta. Scegliere di riparare solo le strade, ad esempio, abbandonando i marciapiedi a se stessi, porta ad un maggior uso della macchina e un minor uso delle gambe (alcuni marciapiedi sono impercorribili, ad esempio). Nel medio-lungo periodo quindi quello che si sarà risparmiato dai marciapiedi si sarà perso in salute, ritardi ed incidenti.
    Il piano quadro, a mio avviso, dovrebbe essere attuato il prima possibile, assieme ad una serie di interventi di minor intensità in tutta la città, in modo da cambiarle aspetto. I soldi si trovano sempre, si sono trovati in tempo di guerra, figuriamoci in tempi di relativo benessere

    d'accordissimo!!!

    questa è la strada maestra da seguire.....e poi con questa favola del "non ci sono i soldi" ...... hanno speso ben 240.000 euro per circa 800 metri di ciclabile INUTILE (Viale Città d'europa)

    dove l'hanno trovati se non c'è una lira o euro che dir si voglia!!

    ora Marino parla di altri corridoi ciclabili da realizzare in centro....quindi altri soldi spesi inutilmente perchè, come sappiamo benissimo noi che ogni giorno ci spostiamo in bicicletta, il centro storico di roma è già ciclabile di per sè!!
     
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7 replies since 9/10/2013, 19:59   116 views
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