Riunione per la "Sicurezza del Ciclista"

Alle 12 !!!! altro che ciclopranzo :-/

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    Dalla lista CM-> i convocati per la sicurezza del ciclista:
    ---------- Messaggio inoltrato ----------
    Da: XXX
    Date: 09 novembre 2010 13:18
    Oggetto: Riunione "sicurezza del ciclista"
    A: gianfrancodipretorio@???,
    l.fantini@???,
    marco.contadini@???,
    info@???,
    r.ruggiero@???,
    v.derussis@???,
    bikesharingroma@???,
    giammarco.bellillo@???,
    dangelo@???,
    r.pallottini@???,
    roma@???,
    presidente@???,
    garganonico@???,
    g.vittori@???,
    enzo.martino@???,
    legambiente.parlati@???,
    info@???,
    biciebike@???,
    chiara.citybike@???,
    stefano.giovenali@???,
    fabrizio.santori@???,
    eugenio.orru@???,
    eadessopedala@???

    Si convoca una riunione sul tema “Sicurezza del Ciclista” il giorno
    giovedì 11 novembre p.v. alle ore 12,00 presso il Dipartimento
    Mobilità e Trasporti - Direzione, in via Capitan Bavastro n. 94 sc. A
    piano IV.

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    La riunione è in relazione all'investimento del ciclista sulla Colombo, che a quanto pare si spostava abitualmente in bici.

    Quanti dei convocati sono ciclisti urbani e rappresentano ciclisti urbani ?
    credo nessuno, ovviamente felice di farmi smentire.
    Oltretutto poi essendo un incontro alle 12 sarà difficile che qualcun altro rischi di andarci per poi magari non poter entrare.

    Io continuo a sostenere che una visione ciclo-centrica della sicurezza è dannosa per mobilità ciclabile

    Sono contrario al drappo rosso proposto su RomaPedala perchè convinto che visto il numero di ciclisti che vanno in giro vestiti di scuro, la vera protesta per loro sarebbe indossare finalmente il gilet fosforescente, o almeno indossare un drappo o catarifrangente giallo fosforescente.
    Ovviamente questa non è l'opinione dei Ciclomobilisti siamo individui liberi di ragionare con la propria testa e scegliere se omologarci o meno ad ogni forma di colorazione coatta "se no non sei un vero ciclista".

    Ieri sera un bambino di 6 anni è stato investito, e giorni fà un anziano è finito sotto un'automobile ed è ricoverato,
    in entrambi i casi il conducente è scappato.
    Ieri sera stessa io in scooter ho rischiato ben due incidenti gravi a causa di pazzi che non accettano che si rispetti il limite di velocità.

    La delinquenza non è un problema dei ciclisti ma dei cittadini, è un problema di ordine pubblico, il nostro problema
    di ciclisti secondo me è ottenere la sicurezza quotidiana, percorsi protetti sulle consolari, facilitazioni all'intermodalità (FERROVIA METROPOLITANA!!) e nel parcheggio.

    Tutto il resto secondo me è fomento temporaneo, ve lo ricordate il cartellone su viale delle milizie, un casino di proteste e poi ? tolto il cartellone la ciclabile è li' abbandonata... ed il comune in questo caso non c'entra.
    per non parlare di tutti i morti passati.

    Non è per fare polemica sterile.

    marco
     
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  3. Mamaa
     
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    Invece al drappo rosso io ho aderito e apprezzo l'idea.
    Certo per me è un di più alle luci, al casco e al giacchetto che indosso la sera, parto dall'idea che la prima tutela viene da me stessa e dal mio modo di pormi nel traffico.
    Però il drappo rosso è un qualche cosa in più che voglio portare con rabbia, magari sarà per pochi giorni, cmq per ricordare a me e a chi guarda che la vita è sacrosanta e fragilissima.
    Possono essere anche fenomeni temporanei, ma sono di quelli che uniscono e fanno trovare le persone; passato il momento forse non resta nulla e a volte invece rimane qualcosa, magari una persona in più in giro col giacchetto...
    Un po' come la risacca del mare, onda dopo onda non sembra che lasci nulla sulla spiaggia, ma talvolta trovi qualche bella conchiglia. ;)
     
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  4. tenghetenghe
     
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    @DB il tuo messaggio è troppo "pieno" per essere compreso.
    1. Se per protestare silenziosamente per 1 anno (dalla morte di Eva) di silenzi e omissioni da parte di chi ci ha fatto sgolare e sgobbare ma senza risultati mi metto un drappo rosso allora è una cosa importante e da sostenere, senza polemiche anzi ...
    2. La sicurezza passa anche per il farsi vedere e se ancora girano dementi senza luci, vestiti in modo da non farsi vedere, pensando che basti la luce del giorno o dell'illuminazione pubblica, allora diamo l'esempio e andiamo come di solito facciamo. Forse cambieranno anche gli altri.
    3. La mobilità sostenibile dev'essere cittadino-centrica ovvero la città torni alle persone e non alle macchine: siano esse auto, moto, minicar, bici, o bus. Gli spazi devono essere per i cittadini. Questo dovrebbe allontanare i parcheggi dalle zone per le persone, permettere tutti di andare piano e più sicuri, perchè se si andasse tutti piano l'incidente sarebbe meno letale, si individuerebbe subito chi sta guidando in stato alterato, sarebbe meno pericoloso in generale.
    4. Un anno fa c'eramo riusciti a riunirci tutti (o quasi) intorno a un documento - il ciclo decalogo. Poichè questo non è stato attuato in NESSUN punto per me rimane valido anche dopo un anno di COLPEVOLE SILENZIO da parte di chi lo ha ricevuto. Basta parole. Ora si deve passare ai fatti.
    Quest'estate i due anziani (ce li siamo già dimenticati) e una strage di pedoni. La nostra battaglia non è e non deve essere CONTRO, ma A FAVORE.
    5. Non è omologarsi se si partecipa con gli altri con il nostro pesonale modo di fare. Non è facile convincere gli altri, e non possiamo farlo in un attimo.
    6. Le ciclabili non sono usate e tutti se ne lamentano per come sono costruite o perchè ce ne sono poche. Però le persone non si impegnano, lasciano fare agli altri e come hai visto per 'contare' qualcosa bisogna associarsi ed essere entità. Abbiamo liberamente deciso di non esserlo e quindi saremo meno ascoltati drettamente. Quindi ancora più in salita è la nostra strada da ciclomobilisti.
    Purtroppo a parlare di mobilità ciclabile ci vanno a parlare i soliti che non usano la bici.
    7. Come ha detto Luca ai ciclopranzi: l'importante è l'esempio, è farci vedere. Certamente sarà più lento il cambiamento, e per questo credo che oltre ad andare con le figlie in bici, a mettermi il giubino, a cercare di rispettare gli altri anche quando non sono in bici, ad essere illuminato (non solo a parole e col pensiero), mi metterò il drappo rosso se e quando posso uscire in bici. Credo che 2 anni fa tutto questo non lo facevo, io sono cambiato, forse possono cambiare anche gli altri, ognuno a suo modo e col proprio tempo.

    ML
     
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    CITAZIONE (Mamaa @ 10/11/2010, 20:39) 
    Invece al drappo rosso io ho aderito e apprezzo l'idea.

    Ed hai fatto benissimo!!!
    ieri sera ho visto uno, non credo fosse casuale, che aveva un bracciale scuro (forse rosso) sul braccio sinistro, ma era tempestato di led lampeggianti.
    Però voglio avere il diritto di contestare queste iniziative perchè non responsabilizzano nessuno, chi è consapevole continua ad esserlo, chi invece come al solito non rispetta regole si mette il drappo rosso e se ne frega di pedoni ecc.

    Ora invece vi racconto l'ennesimo episodio edificante di ciclista alternativa senza luci e menefreghista.
    Ieri sera, ero in scooter, tornando sull'Appia Pignatelli, che di sera è buio pesto, come al solito ho evitato di superare i 50 km/h (non ci crede nessuno ma è così) ed ovviamente molti automobilisti hanno iniziato la solita solfa dei sorpassi pericolosissimi.
    Per un puro caso lampeggiando ad uno di quelli che era stato particolarmente spericolato ho colto un riflesso arancione in movimento, ed avendo l'occhio allenato ho capito che era il catarifrangente di un pedale.
    Ripeto buio peso, quando vedo la sagoma scura (e ripeto solo il mini catarifrangente del pedale) un'auto sopraggiunge ed io ho dovuto inchiodare, era bagnato leggero sbandamento.
    Quando ho finalmente sorpassato mi sono dovuto sbracciare per avvisare chi era dietro e non capiva il motivo della mia deviazione al centro strada.
    Al semaforo di via dell'Almone ho aspettato che passasse per avvertire che era pericolosa per se e per gli altri, invece è passata (era una ragazza/donna) con il rosso, e visto che le auto giravano velocemente si è fermata in mezzo all'incrocio...
    Più tardi vi posto la foto, tanto per far capire che non mi invento nulla, sarà pure un caso sporadico, ma se la prendevo pur andando a meno di 50 ? avrei avuto le attenuanti per il fatto che vado in scooter sono due volte al mese ed il resto dell'anno giro in bici ? o questa è un'aggravante ?

    Condivido quanto ha scritto tenghe... ma a volte non ce la faccio a mandare giù rospi, il mondo non si divide fra motorizzati e non, ma fra persone per bene e delinquenti, ammetto ci siano anche molte sfumature ma di fatto...

    marco

     
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    Chiedete a chiunque conosca l'Appia Pignatelli e l'incrocio di via dell'Almone se questa persona è
    o meno pericolosa per se per gli altri.
    Il giubbino bianco con cappuccio che nella foto si vede in controluce solo perchè ci sono i fari di quelli fermi
    al semaforo di fronte.

    foto


     
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  7. Mamaa
     
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    Omadinninasanta! La troveremo presto nella cronaca nera locale :(
     
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    Poi dice che io sono prevenuto e polemico...

    Dal sito 06blog che nel relazionare prende una grossa topica, nonostante Rondoner credo sia un ciclista urbano:
    “Divisioni fra ciclisti sportivi per passione e ciclisti urbani quotidiani (come se poi andare a lavoro in bicicletta non rappresenti una passione, perfino superiore!)”

    Qui l'articolo e sotto la foto dei partecipanti, dove si evince che forse solo il Losco aveva partecipato in bici,
    sapete che non sono prevenuto in tal senso tanto più che in questi giorni è dura per i ciclisti urbani:

    Al tavolo della Sicurezza del Ciclista per ora solo parole
    pubblicato: venerdì 12 novembre 2010 da RondoneR

    Dopo l’ultima tragica fine di un ciclista romano, il Comune di Roma, raccogliendo la sacrosanta protesta dei romani che pedalano e camminano, ha convocato l’ennesima riunione straordinaria presso il Dipartimento Mobilità e Trasporti sulla “Sicurezza del Ciclista”.

    Al tavolo erano, o dovrebbero essere state invitate le principali associazioni di categoria, fra comitati e blog, le quali già non erano affatto soddisfatte per la scelta dell’orario della riunione, in mezzo ad una mattinata di lavoro, ma soprattutto (chi è riuscito a partecipare) erano piuttosto rassegnate dalle tante parole e promesse dell’amministrazione.

    Anche per questo però la tavola rotonda si è dimostrata subito piuttosto spigolosa. Per non parlare del fatto che il direttore d’orchestra, Roberto Cantiani, delegato sicurezza stradale del sindaco, per altro molto gentile e disponibile, era la prima volta che incontrava i rappresentanti di categoria.

    Come ha provato a parlare, dopo un tragico esordio sull’utilità turistica del bikesharing (?!?!), di Piano di Sicurezza stradale da far firmare al sindaco entro fine Dicembre, la platea si è spiazentita. Altro che chiedere ancora una volta “il punto di vista dei ciclisti romani”, sono quest’ultimi che pretendono fatti e tempistiche precise.

    Di fatto, ammette subito Marco Contadini (Struttura Coordinamento Sviluppo Ciclabilità Urbana) esistono già richieste precise, c’è un decalogo, ci sono resoconti su resoconti di tavoli tecnici, progetti, finanziamenti. E’ piuttosto singolare che le comunicazioni all’interno del Comune appaiano ancora così epifaniche.

    Non solo, ben venga la costituzione di un centro di monitoraggio per la sicurezza stradale, finanziato dalla Regione, quale consulta comunale (oltre a quella nazionale e quella provinciale) con il suo Report annuale, ma esistono anche già diversi dati precisi.

    Lo fa notare Chiara Ortolani, ingegnere urbanistico de La Sapienza, che ha già lavorato alla progettazione stradale e non si dice convinta dell’aver fin’ora avuto come referente comunale l’assessorato dell’Ambiente. Insiste sulla tutela dei limiti di velocità. Che senso ha parlare di piano del traffico di Roma se si lasciano strade urbane con velocità di progetto di 80, 90 km orari?

    Tuttavia la discussione prende poi una piega polemica per così dire interna, fra ciclofili, il che non sembra sia così utile alla causa comune. Divisioni fra ciclisti sportivi per passione e ciclisti urbani quotidiani (come se poi andare a lavoro in bicicletta non rappresenti una passione, perfino superiore!), polemiche di quartiere, personalistiche, fino all’insofferenza per le ovvie denunce dei pedoni. Sembra di partecipare alla classica riunione condominiale…

    Da questo punti di vista bisogna ammettere, lo dico da ciclista cittadino, che il popolo dei pedali rischia spesso questo genere di faide. Forse perché è nella natura libera di chi va in bicicletta, di essere infastidito dalla prepotenza di chi ragiona su confini e priorità presunte. Però si perde di vista la cosa che poi dovrebbe unire tutti, la difesa dell’incolumità dei più deboli.

    Qualcuno ha fatto notare giustamente che il problema più grave a Roma, resta la cultura della città e dei suoi cittadini, incapaci di comprendere la mobilità degli altri, di tutti. Ciclisti, pedoni, suolo pubblico, urbanistica. Per i romani sono alieni. I bacarozzari sono convinti che la strada sia loro fin dove muri, transenne e condanne glielo consentano.

    Ecco il vero Male. Ed è emblematico che poi nessuno abbia accennato al tasto della pirateria. Un flagello che rappresenta questa condizione. Perché là fuori siamo nel mare malignum dove le regole vengono infrante senza autentiche ritorsioni. Il Codice della Strada inasprisce la pena per omissione di soccorso ma è il Codice Penale che non rende davvero definitiva la differenza fra carnefici.

    Finché non ci saranno pene esemplari (dieci, quindici, vent’anni) per chi colpisce e non si ferma, per chi uccide e fugge, forse non vedremo mai la luce. Personalmente io trovo che un omicidio premeditato, con un movente, sia a volte (dipende dal movente) meno grave di chi causa l’incidente altrui senza farlo di proposito, e poi, volontariamente, lo lascia morire scappando.


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7 replies since 10/11/2010, 17:56   277 views
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