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andrea.san.
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Quello in prima fila ero io. Grazie per avermi dato dell'elegante, sei molto gentile.
Si, sono rimasto colpito anche io dalla reazione di molte persone, ma me l'aspettavo e in qualche modo cerco di vedere comunque il lato positivo della cosa.
Non ci dimentichiamo che quella gente fino a 15 anni fa aveva una ferrovia sporca, rumorosa e anche con i treni diesel che sferragliavano sotto le finestre di casa. Qualcuno è ancora traumatizzato, qualcuno ha paura dei cambiamenti, molti non si fidano. Anche io credo che sia assurdo pensare di regolamentare l'utilizzo della ciclabile e personalmente, dopo aver atteso tanti anni, mi piacerebbe vederla costruire e poterla usare tutti i giorni per andare al lavoro in sicurezza.
Molti non capiscono che il vero pericolo è nascosto negli spazi chiusi, vietati, inaccessibili, e che al contrario, la costruzione di un luogo da vivere come un parco lineare, valorizzerà il quartiere e darà più decoro e sicurezza.
Per questo avevo parlato dell'effetto "Striscia di Gaza" che si andrebbe a creare con la chiusura.
Secondo me la strategia da perseguire è quella di accettare per ora che queste persone vengano rassicurate, che gli si dia l'illusione che avranno ordine e sicurezza che cala dall'alto dimuna recinzione o di un cancello chiuso.
In realtà sono convinto che se l'opera verrà portata a termine in molti si renderanno conto che i cancelli non serviranno, se noi utilizzeremo la pista in massa, portando i nostri bambini, muovendoci per andare al lavoro o a scuola tutti si accorgeranno dei vantaggi di avere questo parco a portata di mano.
Perciò andiamo alle riunioni, facciamoci sentire e rispettare, ma non impediamo che questa pista venga portata a termine.
Andrea.