Come concepire la cosiddetta 'pista ciclabile'

, dal punto di vista dell'efficacia e della sostenibilità economica

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    Nuova discussione a partire dalla riflessione proposta da Marco Contadini e sottolineata da Francesco del CYCOM.

    "Carissimi,

    voglio riprendere un punto esplicitamente sollevato nell'incontro di ieri da Marco Contadini al tavolo tecnico sulla ciclabilità, sul quale ci è stata richiesta una riflessione, secondo me di fondamentale importanza. Mi riferisco a come fisicamente concepire la cosiddetta 'pista ciclabile', dal punto di vista dell'efficacia e della sostenibilità economica.
    A prescindere, la mia convinzione è che una rete di piste ciclabili sia determinante per rendere effettivamente ciclabile una città come Roma e dare una svolta alla massa del popolo dei ciclisti, per far scendere in bici il ragazzino, lo studente, la massaia, l'impiegato.

    1. La pista ciclabile deve essenzialmente dare la protezione giuridica al ciclista: oggi si corre il rischio concreto di essere investiti e dover pure pagare il conto della carrozzeria di chi ci investe, e magari pure una multa perchè investiti percorrendo una corsia preferenziale od un passaggio pedonale.

    2. La pista ciclabile svolge un ruolo fondamentale, anche d'immagine, per aumentare l'utenza. E senza l'utenza nessuna amministrazione investe nella ciclabilità o si impegna con una delibera di giunta perchè i 50 possessori di bici pieghevoli possano trasportarla sui mezzi pubblici...

    3. L'approccio pragmatico è essenziale: i soldi non ci sono e non ci saranno, nessuna
    amministrazione, di destra o di sinistra, spenderà milioni di euro per realizzare (e mantenere) chilometri di ciclabili a 300 mila euro al km.

    4. Personalmente mi capita di viaggiare molto all'estero per lavoro e se vogliamo guardare come si concepisce una ciclabile in europa e nel resto del mondo, l'approccio classico è quello di piste tracciate con segnaletica orizzontale e verticale a lato della carreggiata, senza togliere spazio ai pedoni: non mi è mai capitato di vedere le piste 'corazzate' che si fanno qui a Roma.

    Per concludere, credo veramente che se vogliamo dare una svolta a questo tavolo tecnico ed approfittare seriamente di questa opportunità dobbiamo porre il punto 3 del ciclodecalogo come fondamentale, ma così rivisto:

    3. ITINERARI (PISTE) CICLABILI e Ciclo-Pedonali dovunque sia possibile, ma che non si ipotizzino quale ghetto e contentino locale, bensì capitolo condiviso di politiche ampie e incisive a favore alla bici urbana. Ogni strada deve diventare ciclabile. Si blocchi la trasformazione di marciapiedi in parcheggi, si riconvertano altresì sistematicamente ad uso ciclopedonale non condiviso. Si realizzino ciclabili adiacenti alla carreggiata, anche semplicemente identificate da segnaletica orizzontale e non necessariamente su sede propria. Si dia applicazione alla legge 366/98 che ha apportato modifiche al nuovo Codice della strada, ponendo l'obbligo per gli Enti proprietari delle strade di realizzare piste e percorsi ciclabili adiacenti sia a strade di nuova costruzione sia a strade oggetto di manutenzione straordinaria.

    Francesco"
     
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  2. tenghetenghe
     
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    La legge citata da Francesco non è stata più rifinanziata. In nessuna legislatura!

    Esiste una legge per la costruzione di piste/itinerari ciclabili che purtroppo non prevede quello che altri fanno all'estero. Per questo l'iniziativa delle preferenziali andava ad intaccare con una deroga e poca spesa, lo spazio auto.

    Come mi sto ripetendo il costo è un investimento che si ripaga! E' questo il punto che non si riesce a far capire a nessuno!
    Ogni ciclista quotidiano al lavoro porta un risparmio!!! Investire in ciclabilità ha un ritorno nelle casse pubbliche: meno incidenti, meno traffico, più salute, aria meno inquinata, più soddisfazione generale sia del pedalatore che della cittadinanza!!
    Questo con un po' di sforzo si quantifica in soldi veri non del Monopoli. Investire in strade e parcheggi è un costo per tutti e un vantaggio solo per i produttori di auto che hanno per altro deciso di investire per mercati esteri.

    Ci sono (parole registrate ...) 4/5milioni di euro per le ciclabili: si facessero quelle non a capocchia, ma quelle necessarie. Ma qui viene il bello: chi lo sa quelle che servono? L'Ing.? I Municipi? I ciclisti? Le associazioni?
    Quindi cosa è stato messo nel fantomatico piano?

    Se qualcuno comprasse l'OTTIMO libro della Silvia Zamboni (ahimè mi sto ripetendo ... ancora) si vedrà che la discussione sulle ciclabili e il loro tipo è sterile. Si deve valutare strada per strada e per quantità di ciclisti che la frequentano e in base alle auto che transitano.

    Facciamo un esempio sulla Laurentina (che avrebbe dovuto esserci ma non c'è!) E' charo che se serve un ponte sotto il raccordo questo dev'essere fatto comunque ma ciclopedonale, per alcuni tratti la convivenza con i pedoni può essere sostenuta visto i marciapiedi ampi.
    Poi ci sono i punti critici: su questi o si fa fare al ciclista girin giretto (anche per mitigare la salita, ma a scapito del Kilometraggio) o si prende un pezzetto di strada (da una parte e dall'altra per evitare di bloccare 1,2m da un lato solo). In tanti posti si mette una semplice striscia (poche auto), in altri un cordolo o si rialza (molto traffico di auto), in altri striscia dopo spazio macchine parcheggiate (zona di sosta).
    Ma ce ne sono altri e altri con costi non da 300mila Euro a Km.

    Per lo status giuridico dissento: essendo contemplata la bici nel CdS questo va rispettato e se c'è un incidente si chiamano tutte le forze dell'ordine possibili e si fa fare il verbale. Stesso caso di un pedone, ma con maggiori obblighi (si vada sull'ottimo sito del comune di Ferrara per vademecum).

    Sarebbe utile e opportuna che esistesse una assicurazione RC per il ciclista e che chi vuole la stipuli.
    In città come Ferrara, Pisa, Milano, Bologna, etc. etc. (mi sono stufato degli esempi all'estero!!) questi problemi non ci sono.
    C'è chi vuole far andare le bici sotto i portici, i cittadini dicono di no e basta.

    Non c'è nel CdS lo status di riserva indiana per le bici (e meno male) solo sulle ciclabili (attenti il passo è breve e già come ha scritto qualcuno su romapedala qualcuno lo pensa: se tu ciclista non stai sulla ciclabile ti spalmo sull'asfalto e non ho torto).

    Chiedo aiuto a tutti per leggere e analizzare la legge sulla costruzione delle ciclabili in Italia. Prometto di postarla a breve.

    Ultima considerazione da sempre fatta da caio: le ciclabili non sono per correre in bici, ma servono anche ai bimbi in carrozzina, ai disabili, agli anziani. Per le 'cricetate' si costruscano i velodromi, per la mobilità si creino spazi per proteggere in alcuni punti chi va piano da chi non si riesce per incapacità o per opportunismo a far andare piano.
    Se ci fossero sarebbero ottime, ma non si deve cadere ostaggio di tali discussioni.
    Torno da Pisa, dove il centro è praticamente pedonale. Ecco come si crea la mobilità ciclistica: tolgo le auto.
    Qui nella stesura del decalogo si era detto non le tolgo ma le limito con Zone 30, per evitare contestazioni. Con questo 'piccola' modifica alle ZTL l'area ciclabile di Roma sarebbe tra le più grandi d'Europa. Investimento: qualche cartello, diverse pistole per il controllo della velocità. Impatto: Scontento da parte di automobilisti che entrano nella ZTL, Turisti affascinati da un centro bellissimo visitabile senza pericoli (vedi le 2 irlandesi investite sul lungotevere), pedoni, ciclisti e bike sharing a go go, meno malattie respiratorie e polveri sottili nel centro, minor consumo di carburante e maggior velocità per i mezzi pubblici. Ritorno dell'investimento credo in entro i 2 anni. Tempi di attuazione (delibera e acquisto di materiale a prova di Giudice di Pace!) quindi entro la primavera se realmente di vuole.

    ML
     
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  4. tenghetenghe
     
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    Legge 557 del 99 Questo lo ho trovato su www.softwareparadiso.it/studio/parliamociclabili.htm

    Norme sulla bicicletta bellissima e esauriente raccolta di norme sulla bicicletta dal codice civile al codice della strada

    ML
     
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    CITAZIONE (tenghetenghe @ 13/1/2010, 19:12)
    Non c'è nel CdS lo status di riserva indiana per le bici (e meno male) solo sulle ciclabili (attenti il passo è breve e già come ha scritto qualcuno su romapedala qualcuno lo pensa: se tu ciclista non stai sulla ciclabile ti spalmo sull'asfalto e non ho torto).

    Marco scusami non avevo letto con attenzione ma questa tua affermazione non è corretta.
    Nel codice della strada è scritto che se c'e' la pista ciclabile la DEVI USARE per forza ed in caso di incidente credo proprio che avrai comunque torto come quando il pedone attraversa senza usare le strisce pedonali se queste ultime sono a meno di 50 (?) metri.

     
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  6. tenghetenghe
     
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    Da quanto riportato nella raccolta del comune di Ferrara sul CdS tale obbligo non c'è, ma il buon senso mi indurrebbe a dire che sarebbe meglio usarla, però ... diversa è la riserva indiana.
    Se gli indiani non erano nella riserva non potevano muoversi liberamente. Questo era quello che volevo esprimere.

    Sul CdS esistono i velocipedi che possono andare sulla strada secondo le regole. (Tra cui anche i fanali).
    C'è scritto anche che devo stare il più a destra possibile, non che devo andare per forza sul marciapiedi.

    Sempre su quella raccolta c'è l'obbligo di prestare attenzione, ma non di attraversare a piedi, sei equiparato ad un pedone, questo si.

    ML
     
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    CITAZIONE (tenghetenghe @ 19/1/2010, 15:50)
    Sul CdS esistono i velocipedi che possono andare sulla strada secondo le regole. (Tra cui anche i fanali).
    C'è scritto anche che devo stare il più a destra possibile, non che devo andare per forza sul marciapiedi.

    Marco magari cito a vanvera ma se il CDS non è cambiato:


    "Nuovo codice della strada", decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni.
    TITOLO V - NORME DI COMPORTAMENTO
    Art. 182. Circolazione dei velocipedi.

    9. I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento.

    10. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 23 a euro 92. La sanzione è da euro 38 a euro 155 quando si tratta di velocipedi di cui al comma 6."

    Fonte: www.aci.it/index.php?id=736

    Ma anche qui è scritto
     
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  8. tenghetenghe
     
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    Ops.
    Chiedo scusa la mia ricerca veloce per 'obbligo' 'ciclabile' e 'pista' non è stata corrretta e ha portato ad un errore madornale.

    Però il concetto di piste ciclabili non dev'essere travisato. Si può (e si dovrebbe) andare sulla strada anche per i velocipedi. Le piste non devono essere gli unici spazi concessici per circolare.

    Vista la richiesta dell'Ing. Contadini, credo che sia importante che le piste, realizzate secondo i criteri di legge, possano essere condivise e fatte non in sede propria qualora il traffico automobilistico sulla strada specifica lo consenta.

    Es. su viale Marconi va fatta in sede propria (anche su marciapiedi), sulla salita del LUNEur potrebbe essere fatta con segnaletica orizzontale e verticale. Per fare 2 esempi.
    Non ci può essere una regola per tutte le strade.
    In centro dovrebbe esserci Zona 30 e quindi libera circolazione.

    Ieri ho fatto il Lungo Tevere e appena ho visto a Castel Sant'Angelo lo stato della ciclabile, non ho pensato a prenderla.
    Vedete la segnalazione di Mamaa e Biciroma sullo stato anche se è iniziata la pulizia.

    ML
     
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7 replies since 13/1/2010, 11:47   358 views
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