Ripensare il Piano Quadro

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    Mammifero Bipede

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    (posto qui questa discussione che ho tentato senza successo di avviare sul forum "Ciclisti di Roma" e successivamente via e-mail, rimanendo ogni volta lettera morta, nella speranza che possa suscitare un minimo di dibattito. Il succo del discorso è che prevedere una rete ciclabile che percorra determinate direttrici senza una valutazione di fattibilità è un po' mettere il carro davanti ai buoi...)

    Poco più di un anno fa, quando ci è stato presentato il "Piano quadro della Ciclabilità" ho storto il naso. Diverse cose non mi tornavano, tuttavia mi sembrava un'opportunità da non affossare preventivamente ed ho continuato a partecipare ai tavoli di concertazione, sollevando in quella sede le mie perplessità. Ora mi sembra il caso di provare a dare una forma coerente a queste perplessità rivedendo alla radice tutto il processo.

    Da cosa dovrebbe prendere le mosse un Piano Quadro della Ciclabilità?

    Innanzitutto occorre ridefinire il ruolo dell'utilizzo della bicicletta negli spostamenti urbani al fine di una sua rivalutazione e promozione, quindi darsi degli obiettivi quantificabili di trasferimento dal trasporto motorizzato a quello ciclabile, comprensivi degli strumenti di valutazione degli stessi. Poi vanno indicate le modalità atte al raggiungimento di questi obiettivi, secondo gradi di intervento di crescente impatto ed efficacia, dalla moderazione del traffico, ai percorsi protetti, alle installazioni accessorie, alle "facilities", e da ultimo investire ogni ente preposto per la sua parte di competenze, definendo le esigenze di competenze e gli spazi di manovra dei responsabili.

    In sostanza contesto il modello di "progettazione centralizzata" portato avanti fin qui. L'ufficio per la ciclabilità dovrebbe occuparsi di definire gli iter per il processo realizzativo e sorvegliarne il processo esecutivo interfacciandosi con le realtà coinvolte. Quello che si è fatto fin qui è stato coinvolgere i municipi nel disegno di una rete ciclabile prima ancora di aver definito dei parametri di rispondenza ai quali attenersi. Il risultato è stato un caos totale, sul quale si è poi rimesso mano a posteriori cercando di restituirgli coerenza, ma il tutto in mancanza di una analisi capillare del territorio, cosa che da sola basta a vanificarne ogni ipotesi di utilizzabilità.

    Per fare bene le cose occorre a mio parere ripartire da zero.

    A – stabilire quanta parte di trasporto spostare sulla ciclabilità con obiettivi temporali crescenti

    B – definire le tipologie di interventi applicabili con diversi gradi di efficacia basandosi sugli studi effettuati in altre città europee (linee guida).

    C – investire gli enti interessati (municipi) della necessità di:

    1. provvedere alla formazione di tecnici sulla materia

    2. elaborare un piano di interventi comprensivo di valutazione dei risultati

    3. realizzare gli interventi

    4. verificare i risultati

    D – effettuare un lavoro continuativo di supporto e verifica sull'operato dei suddetti enti.

    Per questo mi risulta molto difficile ad oggi sostenere un progetto di "Piano Quadro" gravato da gravi incoerenze sul piano ideativo e progettuale, oltreché sull'iter realizzativo, e destinato a scontrarsi in futuro con opposizioni derivanti dagli stessi apparati pubblici cui non sono stati forniti né motivazioni, né indirizzi, né adeguati strumenti tecnici.
     
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    Mammifero Bipede

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    CITAZIONE (Marcopie @ 11/3/2011, 12:32) 
    nella speranza che possa suscitare un minimo di dibattito

    Ok, come non detto... :(
     
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    qui fut tout, et qui ne fut rien

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    dacce tempo no ? :P
     
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  4. Cicleppe
     
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    Secondo me è sbagliato addirittura il nome. Chiamarlo "Piano quadro della Ciclabilità" è quantomeno ambiguo riguardo i fini che si vogliono perseguire.
    Basti pensare che per la maggior parte dei romani la bicicletta è un mezzo ludico, non un mezzo di trasporto.

    Cominciamo a pensare in termini di "Piano Quadro per la Mobilità Sostenibile" e a lottare per fare entrare in testa a tutti quello che tale nome sottointende:
    - Trasporti pubblici
    - Car Sharing (magari con veicoli elettrici)
    - Zone pedonali
    - Zone 30
    - Parcheggi di scambio in periferia
    - Lotta alla sosta selvaggia
    - Riqualificazione urbana
    - Mobilità Ciclabile
    - E sicuramente mi sono dimenticato qualcosa

    Voglio troppo? :huh:
     
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  5. stefanohead
     
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    CITAZIONE (Cicleppe @ 11/3/2011, 15:12) 
    Cominciamo a pensare in termini di "Piano Quadro per la Mobilità Sostenibile" e a lottare per fare entrare in testa a tutti quello che tale nome sottointende:
    - Trasporti pubblici
    - Car Sharing (magari con veicoli elettrici)
    - Zone pedonali
    - Zone 30
    - Parcheggi di scambio in periferia
    - Lotta alla sosta selvaggia
    - Riqualificazione urbana
    - Mobilità Ciclabile
    - E sicuramente mi sono dimenticato qualcosa

    Voglio troppo? :huh:

    Guarda Cicleppe che a livello di Piani Alemanno non si è fatto mancare niente, il "Piano Quadro per la Mobilità Sostenibile" è già stato presentato a settembre 2009 (www.psms.roma.it/) dopo un anno di studi di cervelloni della mobilità....ma credo che quel piano sia per ora solo sulla carta....
    :stefanohead:
     
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  6. stefanohead
     
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    CITAZIONE (Marcopie @ 11/3/2011, 12:32) 
    ..........
    Da cosa dovrebbe prendere le mosse un Piano Quadro della Ciclabilità?
    ............
    In sostanza contesto il modello di "progettazione centralizzata" portato avanti fin qui. L'ufficio per la ciclabilità dovrebbe occuparsi di definire gli iter per il processo realizzativo e sorvegliarne il processo esecutivo interfacciandosi con le realtà coinvolte. Quello che si è fatto fin qui è stato coinvolgere i municipi nel disegno di una rete ciclabile prima ancora di aver definito dei parametri di rispondenza ai quali attenersi. Il risultato è stato un caos totale, sul quale si è poi rimesso mano a posteriori cercando di restituirgli coerenza, ma il tutto in mancanza di una analisi capillare del territorio, cosa che da sola basta a vanificarne ogni ipotesi di utilizzabilità.

    Per fare bene le cose occorre a mio parere ripartire da zero.
    ...........

    Per questo mi risulta molto difficile ad oggi sostenere un progetto di "Piano Quadro" gravato da gravi incoerenze sul piano ideativo e progettuale, oltreché sull'iter realizzativo, e destinato a scontrarsi in futuro con opposizioni derivanti dagli stessi apparati pubblici cui non sono stati forniti né motivazioni, né indirizzi, né adeguati strumenti tecnici.

    Ciao MArco,
    sono d'accordo con te, e come sai in sede di tavoli tecnici a giugno dello scorso anno ho sollevato non poche incongruenze relative al piano. In particolare sulla sua modalità di integrare reti municipali e poi legarle con delle linee su carta.
    Devo dire però che spazio a proposte alternative a giugno ciu è stato dato, anche se bisogna vedere cosa uscirà fuori nella versione finale.
    Ormai siamo in ballo e balliamo, ripensare ora il piano quadro con questi amministratori non ha senso...
    Io vedo ora solo 3 grossi problemi:
    1. non portare l'apporvazione del pèiano Quadro alle calende greche, prima si approva prima avremo modo di inchiodare Visconti/imageimage/ecc. a date certe;
    2. stiamo per portare all'approvazione un Piano Quadro che in grossa parte è al buio! Ossia imageimage&Co. è da quasi un anno che ricevono richieste di integrzione da associazioni/singoli/municipi ecc, e tutto questo fuori da tavoli condivisi...quali risultati usciranno? Potrebbe essere anche un risultato peggiorativo dove ognuno avrà cerato di tirare l'acqua al suo mulino!? imageimage avrà tenuto il timone verso il bene comune, o avrà ceduto a pressioni varie in relazioni a piste prioritarie, tracciati, ecc. Il piano uscirà con le stesse date della prima versione(prima release 2013)?
    3. Ci sono i soldi e le intezioni per portare avanti questo piano? A quanto dicevano Forteimage e COntadiniimageimage il COmune nell'ultimo bilancio non ha previsto una lira (euro) per i prossimi anni sulla ciclabilità?
    4. come tu dicevi chi è il controllore dell'attuazione del piano?

    Poi inchiodiamo Aurigemma e Visconti a tavoli comuni, per quanto ne dica Aurigemma il Piano Quadro ha le firme dei 2 assessorati.
    image

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    Edited by stefanohead - 11/3/2011, 17:01
     
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  7. Cicleppe
     
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    CITAZIONE (stefanohead @ 11/3/2011, 16:22) 
    Guarda Cicleppe che a livello di Piani Alemanno non si è fatto mancare niente, il "Piano Quadro per la Mobilità Sostenibile" è già stato presentato a settembre 2009 (www.psms.roma.it/) dopo un anno di studi di cervelloni della mobilità....ma credo che quel piano sia per ora solo sulla carta....
    :stefanohead:

    Ooops! :huh: :o: :wacko:
    Sto studiando. image
     
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  8. tenghetenghe
     
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    Piano quadro è 1 anno che è stato pubblicato: 120 gg di discussione passati.
    Ora dev'essere approvato

    Se non si approva la responsabilità di chi non fa cosa non è certa. Anzi potrebbe ricadere su chi ha chiesto varianti. E purtroppo ci sono anche documenti che provano che le hanno chieste i ciclisti.

    Se non si approva quando viene rifatta una strada non sarà mai e poi mai pensata una ciclabile. Ieri ho visto un documento in cui varie parti dell'Amministrazioni ricordano che si deve realizzare un percorso ciclabile quando si fa manutenzione di una strada, ma se non ci sono i ciclisti a lamentarsi non lo farà l'ufficio preposto.

    Serve avere almeno la situazione finanziaria delle piste a corredo del piano e i progetti di fattibilità su cui tali costi sono stati messi a bilancio (o a budget).

    Forse ora le persone si sono svegliate e se non si procede con l'approvazione per Maggio forse le persone si iniziano a schierare.

    BikeSharing sarà una gara con partecipazione privati. Sarebbe bello che uscisse fuori una bozza del progetto prima che sia indetta la gara, ma non lo faranno mai, e quindi aspettiamoci un altro buco nell'acqua.

    ML
     
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7 replies since 11/3/2011, 12:32   65 views
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