[RELAZIONE] Incontro del 26 con De Lillo

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    qui fut tout, et qui ne fut rien

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    Resoconto di Caio su RomaPedala:

    "E nemmeno la forte emozione per il dolore della scomparsa di Eva, una di noi, riesce stavolta a radunarci in 1000 ! E neppure i 300 di Leonida a contrastare le orde rumofetide dei SerseCorrenti…Comunque 80 o 100 fieri e coraggiosi ciclocavalieri ci siamo, tangibile segno di speranza e tenacia, certo non tantissimi, ma neanche pochi da poterci trascurare, visti anche i tempi di scarsa partecipazione e disincanto sconfitto alla pubblica vita politico-sociale. La bellissima aranciera tra Porta Metronia e Villa Mattei-Celimontana ci accoglie fiduciosa e materna nella sua classicheggiante imponenza. E’ di buon auspicio il luogo: una delle tante ventate di civiltà portate dal generale Tournon esportatore di Rivoluzione Francese e già primo propugnatore della salvaguardia dell’Appia antica Caffarella, e qui nel 1810 a realizzare un vivaio perché anche Roma si dotasse finalmente di parchi pubblici per i suoi cittadini e non solo per la nera aristocrazia clericale.

    Si arriva alla spicciolata davanti alla Porta meno bella delle Mura Aureliane, mai monumentalizzata perchè semplice passaggio di una Marrana, chiusa nei secoli da una grata che ha dato il nome alla zona (Ferratella)


    e che i troppi abbandoni nei troppi periodi bui hanno finito per tappare facendo innalzare col fango consolidato il livello del terreno, tanto che le mura nel piazzale sembrano più basse del resto del circuito e la Porta ridotta a semplice arco semisotterrato al centro. Il bosco delle Camene alla Piscina Pubblica, le immense Terme di Caracalla, le pendici deserte del Celio mai più ripresosi dalle scorrerie dei Normanni del Guiscardo che eradicò le case del ricco clero che gravitava intorno al Laterano (il Vaticano non aveva ancora importanza), l’originalissima chiesa paleocristiana di S. Stefano Rotondo che strizza l’occhio e rimpiange l’abilità architettonica di un Impero in agonia, il campanile romanico di S. Sisto Vecchio, uno dei 50 presenti a Roma (prossimamente ciclovisitati), abbandonato nel 1570 proprio perché l’acqua stagnante aveva reso la zona malarica ( con fuga delle suore al più salubre Quirinale – S. Sisto nuovo a Magnanapoli) …vabbèvà smetto…

    CONSUETE MERAVIGLIE MISCONOSCIUTE, anzi fastidioso intralcio e mai abbastanza ridotto spartitraffico all’unica attività che sembra avere ormai importanza esclusiva per le vere grandi maggioranze trasversali subitaliche: l’ISTERIA ROMBANTE DEL SORCIOCORRENTE ADORATORE DI FETICCIO. Per pudore sociale meglio non indagare scopi e mete, ma il risultato è il solito anche stasera: grumo di motori imballati in cerca di spiragli di decollo ringhioso dei 6000 cv tiddissiai e reciproco odio per l’impedimento fisico a non poter realizzare quanto promesso nei suadenti mediasetticemici spot telelobotomizzanti di RaiSet . Dal traffico aggrovigliato tra Amba Aradam e Colombo ci guardano compassionevoli sfilare dentro il vivaio dell’assessorato, pauperiste e ridicole due ruote utopiche o più spesso dannati intralci di sfigati nel misero quotidiano rincorrersi tra file, doppie-file e semafori.

    Ci scambiamo saluti e fotocopie e un po’ incerti se entrare, vista la contingentazione preannunciata, ma poi si è tutti dentro accompagnati dalle fedeli e coloratissime bici.

    C’è l’Assessore all’Ambiente, ma, pur annunciati, mancano quelli alla Mobilità e ai Lavori Pubblici, in compenso c’è il X dipartimento e il Comandante del I Gruppo della Polizia Municipale, oltre alla rassicurante figura dell’affidabile ing. Marco Contadini.

    L’Assessore (https://www.youtube.com/watch?v=idNJcC5kHng) prova a spiazzarci positivamente dicendo di aver letto e di condividere il Ciclodecalogo e proponendo un Tavolo tecnico permanente di aggiornamento e studio che dovrà riunirsi ogni 15 giorni. Ricorda che visto il grave superamento del livello di polveri sottili è in corso da 7 giorni il blocco delle auto più inquinanti ma che la situazione è migliorata molto rispetto agli anni scorsi (e dimenticando che la riduzione dei giorni di allarme è dovuto essenzialmente all’eccezionale piovosità dell’ultimo anno, non certo a incisive politiche di contrasto, di fatto inesistenti dopo la bocciatura delle passate limitazioni alla circolazione).

    Per la obiettiva mortifera pericolosità di via dei Fori Imperiali, una vera autostrada nel cuore di Roma, invece di fare un mea-culpa per averla resa ancora più appetitosa per gli isterici dall’acceleratore facile, propone di rendere ciclabile via Alessandrina, la stradina laterale dal 1935 ininterrottamente tranquilla che va dalla Colonna Traiana a via Cavour, e quindi di tracciare eventualmente un percorso sul marciapiede. Il malumore in Sala è forte vista la debolezza della proposta in rapporto alle decine di metri di larghezza della carreggiata che solleticano gli istinti assassini del Sorciocorrente senza competitori naturali (autovelox, dossi, un minimo di rischio , inesistente, a beccarsi una multa) che possano contenerla e anzi si va a disturbare il notevole flusso di turisti a piedi).

    Ci ricorda la presenza in cassa di 4/5 milioni di euro bloccati dalle procedure burocratiche da circa 5 anni per finanziamenti di ciclabili. Dall’elenco risulteranno decisamente poche quelle reiteratamente proposte dall’esperienza dei ciclisti urbani e sintetizzate nel CicloDecalogo. Legge poco convinto un po’ di nomi e situazioni incancrenite come

    - il consolidamento delle fondazioni del Ponte sul Fosso dell’Acqua Traversa che sbarra da quasi un anno il passaggio sulla Ciclovia Tevere Nord;


    - l’agognato prolungamento della Ciclovia Tevere Sud fino al Mare ( ma andando in Riva Destra a Fiumicino, trascurando il ben più popolato e strategico Argine sinistro fino ad Ostia);

    - la pista Villa Ada – Ponte Milvio, che però già esiste salvo nella breve interruzione dopo Villa Glori e prima dell’Auditorium;

    - la Ciclovia del Parco dell’Aniene da Ponte Mammolo a Ponte Nomentano (questa si se ben fatta ottima e strategica congiunzione tra Togliatti e ValSolda-VillaAda-Moschea);

    - la pista Cervelletta-Togliatti;


    - il Mandrione (nel ricongiungimento con Nocera Umbar, da sempre di scarso appeal per i ciclisti urbani, ma della serie “aho, questo c’è rimasto in periferia”);


    - Papiria - M. Fulvio Nobiliore (in gran parte già esistente ma di vera utilità solo se il Parco di Centocelle attualmente chiuso - malgrado le ingenti spese di inaugurazione- diventerà frequentabile e ciclabile sia verso Centocelle che verso la Togliatti –Casilina-Prenestina).;


    - una fantomatica Appia-Caffarella (che sa più di annuncio spot, perché non dovrebbe essere la bomba dello strategico e plurinvocato passaggio fra i Parchi di Roma Sud per mettere in collegamento Centro-Tevere-Mura-Caffarella con Tor Fiscale Acquedotti Cinecittà-Centocelle-Togliatti, ma la banale e non impellente prosecuzione su poche centinaia di metri in via Cesare Baronio della Nocera Umbra-Furio Camillo).


    Promette che le postazioni di bike sharing dagli attuali 26 stalli arriveranno a 70 con l’ obiettivo di 400;


    Promette l’intermodalità con l’accesso delle Bici sui mezzi pubblici “in orari compatibili”.


    Saranno chiesti fondi alla Comunità Europea grazie all’”amico di partito” Tajani…. Commissario dell’Unione Europea.

    Chiederà all’Assessore Urbanistica Corsini di attivare la norma comunale che autorizzi la presenza di bici nei condomini senza riapprovare obbligatoriamente i relativi Regolamenti .


    Preannuncia per la primavera manifestazioni folkloristiche di bici nei Parchi con la collaborazione di Slow Food.


    Sembra convinto di averci dato il massimo, è quasi in attesa di un corale grazie, quando


    Paolo B., dichiara invece che un discorso del genere meriterebbe l’allontanamento suo e di tutti i presenti per protesta visto che si continua ad ignorare il tema centrale della riunione, ossia l’improcrastinabile ripensamento del sistema della mobilità cittadina che ha provocato una morte così tragica addirittura nel Centro di Roma. Non sembra proprio che si voglia capire, rassegnarsi a prendere atto che gli anni’60 sono ormai finiti con la rincorsa all’auto privata come sogno e segno di emancipazione, alla velocità e alla devastazione del territorio in nome di sempre nuove strade e parcheggi, impossibili illusioni di fluidificazione del traffico automobilistico. Le scelte politiche e le risorse messe a disposizione devono orientarsi alla tutela e all’incentivo degli spostamenti in bici e a piedi, contrastando efficacemente in particolar modo la pericolosissima velocità sostenuta ormai da troppi veicoli a motore anche nel cuore della città, e invece si continua a spendere cifre enormi per nuove strade e ingombranti parcheggi e si sbandierano come finalmente risolutivi al fido elettorato telelobotomizzato.


    Interviene poi Maurizio S. del Coordinamento RomaCiclabile da anni discussa ma infaticabile e tenace presenza sul fronte operativo e chiede concretamente (provocatoriamente ?) quanti soldi veri per la bici ci siano nel Bilancio Comunale 2010; sollecita almeno una campagna di sensibilizzazione rivolta agli automobilisti (dimenticando che certe costose campagne mediatiche sensibilizzano solo chi è già sensibilizzato, facendolo ulteriormente incazzare e non portando a nessun risultato tangibile vista la completa ignoranza dei soggetti cui invece sarebbero rivolte).

    Chiede lumi sull’approvazione dei Biciplan Municipali in Consiglio Comunale, idee e suggerimenti concreti che hanno visto il contributo prezioso dei ciclisti che conoscono le realtà locali e le diverse criticità e possibilità per migliorarle, in alcuni Municipi (II, III, X, XV, XVII) di grande valenza progettuale subito cantierabili.

    Chiede per la centesima volta come si intendano applicare le leggi regionali e nazionali che obbligherebbero all’inserimento di una ciclabile in caso di lavori di restauro di una strada.

    Chiede per la centesima volta che vengano inserite o riqualificate le ciclabili nei Corridoi della mobilità: Togliatti, Laurentina, etc. Ricorda la mobilitazione per la ciclabile Nomentana e i relativi 115.000 euro accantonati e le circa 1.000 firme presentate all’Assessore che non hanno mai avuto risposta, nemmeno formale. Ricorda la decisione di riconvertire in ciclabile la ferrovia dismessa tra le Stazioni Balduina e S. Pietro.

    Ribadisce che la norma da inserire nel Regolamento Edilizio che consente di parcheggiare le bici nei Cortili Condominiali senza riapprovare i relativi regolamenti è stata promessa da 1 anno e mezzo e vorrebbe conoscere una DATA di massima per la sua attuazione.

    Sollecita l’attivazione dei Mobility Manager dal Coordinatore che è in Atac, proponendo questionari ai lavoratori sull’uso della bici per raggiungere il lavoro; suggerisce di far tesoro dell’esperienza positiva della FAO, dove realizzando parcheggi bici, spogliatoi e docce, grazie anche alla ciclabile che dall’EUR arriva alla FAO ha fatto sì che oltre 100 lavoratori oggi vadano quotidianamente al lavoro in Bici (molti di quei lavoratori però sono stranieri di cultura rispettosa…).

    Ricorda che il collegamento ciclabile di Roma con il Mare, lungo il Tevere purtroppo in argine destro verso Fiumicino, è finanziato dalla Regione, ma il Comune di Roma deve fare il progetto Definitivo, per poter fare finalmente la Gara di Appalto e quindi dar via ai Lavori. C’è una DATA?

    Concorda e invita a dedicare a Eva il Percorso Ciclabile ad anello: Colosseo/Circo Massimo/P.za Venezia/Fori Imperiali e a Luigi Moriccioli la ciclabile Tor Di Valle, promessa da sempre.

    Fa proprio il punto del CicloDecalogo che invoca Zone 30 e Isole Pedonali, non solo in Centro, ma assolutamente controllate elettronicamente, con rallentatori fisici e sanzionate senza Vigili Urbani, in zone residenziali e in prossimità di Scuole, Ospedali, Parrocchie, etc.

    Ma gli incidenti continuano: oggi 3 incidenti ai ciclisti sulle ciclabili Moschea, Colombo e Magliana dovute essenzialmente alle foglie e al lurido strato sottostante degli oggetti abbandonati e mai rimossi..

    Gianfranco DP. rinnova il suo invito ad una formativa preparazione dei bambini all’andare in bici , cosicché acquisiscano la necessaria scaltrezza e dimestichezza col mezzo prima che usino esclusivamente il motorino, o peggio la microcar, reclama strade riservate alle bici per circuiti locali o almeno ciclostrade con bande rumorose per la sicurezza dei ciclisti, che spesso sono coinvolti in incidenti a causa della distrazione degli automobilisti.

    Alemanno B. ricorda quanto ci si sia battuti perché la ciclabile sull’argine del Tevere si snodasse in riva sinistra servendo popolosi quartieri per poi arrivare ad Ostia attraversando le meraviglie di valore e richiamo cicloturistico internazionale di Ostia Antica e la Pineta di Castelfusano. La scelta di andare a Fiumicino in Riva destra è forse dettata dai minori ostacoli che permettono un più snello iter progettuale ma a danno della minor fruibilità ed interesse del percorso, vista la difficoltà di ricollegarsi ad Ostia con il Ponte della Scafa. Un buon compromesso sarebbe la realizzazione di un Ponte Ciclopedonale sul Tevere a Monte Cugno. Concorda nel ribadire che la Giunta di Alemanno (il sindaco) debba impegnarsi a ridurre la velocità dei mezzi a motore, ormai fuori controllo, e ricorda che, seppure con meno clamore, pochi mesi fa 2 ciclisti sono deceduti anche sul Lungomare di Ostia.

    Andrea F. di Ruotalibera ritiene assolutamente necessaria la partecipazione ai futuri tavoli dell'assessorato alla mobilità, perchè i problemi della ciclabilità sono parte integrante di quelli del traffico cittadino, e non una pertinenza dell'ambiente. E' stato perciò messo in luce come qualsiasi piano per il traffico sia destinato a fallire se non si prende atto che il problema fondamentale a Roma è il numero delle macchine circolanti e la loro totale anarchia sia per quanto riguarda la velocità che i parcheggi. Si è evidenziato che ogni possibile tavolo tecnico deve partire da questo assunto per ridisegnare una città a misura di cittadino, che in quanto tale è anzitutto pedone, poi ciclista e infine automobilista: perciò i piani devono poi calare sul territorio per trovare un confronto con le esigenze locali. Sono stati elencati anche interventi specifici che possono a basso costo ridurre sensibilmente la possibilità di incidenti, senza la necessità di aspettare la costruzione di piste ciclabili, che necessitano di anni. L’emergenza immediata è ridurre la velocità, ma subito, fisicamente, con dossi o attraversamenti pedonali rialzati come ampiamente diffuso e accettato all’estero. Si torni poi a sanzionare e scoraggiare la sosta in doppia fila che espone il ciclista ad un pericolo supplementare perché lo costringe a pedalare al centro della carreggiata.

    Caiofabricius decide solo all’ultimo di intervenire e complici il rincoglionimento parasenile e la mancata preparazione di una scaletta mentale viene penalizzato a dimenticare l’80% di quello che sarebbe stato invece logico denunciare FORTE E CHIARO a proposito delle incancrenite criticità e di quella orgogliosa inciviltà coatta del Sorciocorrente medio che assillano e demotivano il pur ostinato ed eroico ciclista urbano romano. Dona al tavolo delle autorità varie copie integrali del CicloDecalogo sperando che le stesse vengano colpite dalle Tavole di Mosè, ma gli sguardi sono tra il freddino frettoloso e il compatito superior. Rammenta che anche la morte di Eva stava per passare inosservata se non ci fosse stata una indignata mobilitazione sul web che ha costretto i giornali a parlarne, seppur dopo una settimana, e soprattutto gli amministratori a non defilarsi. A proposito di parole, quelle dell’Assessore su una Roma in netto miglioramento gli sono sembrate il capitolo di un sogno in profondo sonno redox forse idealizzate nella suadente atmosfera dell’Aranciera, ma sicuramente stridenti con la tragica realtà isterica e violenta che caratterizza un traffico ormai senza regole e controlli solo a pochi metri fuori dalla sala. Roma merita senz’altro di più, e la si smetta di piangere miseria e accampare alibi di mancanza di fondi. Per vivere tutti meglio la parola d’ordine assolutamente primaria è disincentivare i mezzi a motore e impedirne il rabbioso abuso della velocità appena si intravede uno spiraglio libero di 100m. Per fare le zone 30 e far rispettare altrove i 50 non servono ingenti risorse, ma anzi gli Autovelox sono fonte limpida di denaro e coatta rieducazione del coatto, sempre che non si pretenda di preavvisarli, come nel mondo succede solo qui a Bananas-City. E a proposito di sprechi assurdi di risorse preziose rammenta gli inutili lavori per la faraonica ristrutturazione del capolinea del tram 2 a piazzale Flaminio, che funzionava benissimo e che sarà costretto (e dopo un anno di disagi di cantiere) a una ripartenza più farraginosa per cambiare senso di marcia. Avendo tolto i binari in via Granturco cosicché venisse fatto l’ennesimo regalo agli automobilisti-elettori, quasi invogliati a decollare dentro la FU Villa Borghese, che potrebbe invece fungere da strategico raccordo ciclistico e consueta oasi per bambini e anziani. E se c’erano tutti questi soldi da scialare si potevano destinare finalmente al prolungamento del Tram 8 a Termini sperimentando finalmente nelle capienti vetture il trasporto intermodale della bici. Ma la zona 30 non è certo l’ipocrita cartello salvacoscienze (e anche culo) di ZTPP (zona a traffico Pedonale Privilegiato) comparso ad es. a Piazza Campitelli capolavoro di armonie barocche invasa da auto anche dell’assessorato Beni Culturali che oscurano quasi continuamente la bella fontana di Giacomo Della Porta e pista di lancio di scooter e motorini che sfiorano i tanti ciclisti urbani che si avvalgono della piazza provenienti dal Tevere o da Circo Massimo. Conclude dicendo che non mancano certo le idee e i progetti per tutelare e incentivare la bicicletta anche a Roma, basterebbe guardare e fare esperienza di quanto di buono è stato fatto all’estero e anche in Italia, o solo aprire i Cassetti dove quei progetti aspettano solo la famosa volontà politica perché possano divenire organicamente esecutivi e cantierabili.


    Interviene quindi un Ciclista Amico di Eva reclamando che la Sicurezza non può più attendere, e che non si può certo morire così in Bici, in pieno Centro di Roma.

    Massimiliano T. è convinto che il futuro e la speranza delle città stia nel Bike Sharing, che a Milano ha fatto sì che il10% degli spostamenti avvenga in Bici, ancor meglio a Parigi; la prima mezz’ora però deve essere gratis, altrimenti il termine deve cambiarsi da bike sharing a ciclo noleggio. E la liquidazione di Cemusa che cercava spazi pubblicitari suona oggi come ridicola visto l’assalto criminale incontrollato dei Cartelloni che stanno definitivamente affossando ogni residua speranza di ripresa ala convivenza civile .

    Il Capomeccanico si chiede quante delle autorità presenti siano venute in Bici e promette all’Assessore in dono una bici se di fatto sin impegnerà ad usarla quotidianamente

    Marco G.: Formula 1 a300 km orari per le strade cittadine, questa la brutta prospettiva più gettonata dall’Aministrazione, altro che mobilità dolce….

    Un Ciclonauta: Noi Siamo Seri, Voi siete al Nostro Servizio! Che esca subito la data per il prossimo tavolo operativo.

    Per Stefano C. l’emergenza traffico dal 2006 ha fatto sì che vengano derogati poteri speciali al Sindaco, che si usino allora con finalità di incrementare la mobilità dolce. I segnali sono invece chiaramente per aumentare la velocità, con l’ipocrisia e l’ilusione della fluidificazione ci si è schierati compatti contro la ventilata ipotesi di portare le civili ed europee zone 30 anche a Roma

    Anche per Giovanni P. l’ obiettivo è quello di rìdurre le auto con politiche di netto disincentivo altrimenti non si possono fare passi avanti sul fronte della mobilità in bici.

    Marco P: “Questa città non è l'unica possibile, ma deriva da una stratificazione, durata alcuni decenni, di egoismi personali.

    Per fare un semplice esempio: "io, per essere più figo di te, mi compro la macchina, e la parcheggio in strada. Allora tu, per essere figo quanto me, ti compri la macchina, e la parcheggi in strada. Per cui io, per essere di nuovo più figo di te, mi compro la seconda macchina e la parcheggio in strada, e via così..."

    Si è detto che molti anni fa i bambini giocavano per strada. Ebbene gli spazi per far giocare i bambini, per le piste ciclabili, per la socialità non sono "scomparsi".

    Quegli spazi sono attualmente sepolti sotto tre milioni di automobili in sosta.

    Se non saremo in grado di liberare quegli spazi e di riappropriarcene continueremo a litigare sui francobolli di quello che è rimasto.

    Grazie."

    L’associazione BiciRoma con Fausto B. pretende risposte concrete e rapide per rendere sicura la via dei Fori Imperiali, e i marciapiedi e la via Alessandrina non vanno certo in quella direzione.

    Guido: chi dice che i vigili lascino fare deve saper che recentemente sono stato fermato 7 volte in Bici per i più banali motivi….

    Paolo B.: gli anni’60 sono finiti !Il III° millennio è ad esempio a Barcellona, amata e invidiata da tutti soprattutto per come ha saputo domare il traffico con l’eliminazione della sosta in gran parte della città e privilegiando trasporto pubblico e ciclopedonale soprattutto con efficaci limitazioni alla velocità dei veicoli a motore.

    Nell'intervento finale il Comandante dei Vigili del I gruppo ha cercato di rispondere alla piu' volte criticata assoluta mancanza di multe contro chi supera i limiti di velocità o verso la doppia fila. A queste proteste è stato ribadito che compito dei Vigili “non è di fare multe, ma di convincere”. Deprimente."
     
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30 replies since 27/11/2009, 10:09   625 views
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